Lunedì 21 Novembre nella nostra scuola sono venuti due frati cappuccini di Recanati, Kasimir ed Emanuele, accompagnati da un loro aiutante, Giuseppe, che ci hanno spiegato delle missioni estere di cui si occupano e delle caratteristiche degli stati dove operano.
Innanzi tutto ci hanno detto che il loro ordine prende il nome dal cappuccio della tunica che indossano.
Le loro missioni iniziarono nel 1969 in Etiopia e nel 1987 nel Benin. Essi cercano di realizzare progetti per ricavare fondi al fine di aiutare le popolazioni del Terzo mondo.
Gli obiettivi che si prefiggono di realizzare sono: portare acqua, dare assistenza sanitaria, cibo e istruzione alle popolazioni, cioè cercare di costruire un futuro migliore.
Per trovare l’acqua i giovani di tredici, quattordici anni scavano dei pozzi profondi circa venti metri e, una volta trovata, riempiono dei contenitori di venticinque litri e i ragazzi li portano nelle loro abitazioni, a piedi, lungo un cammino che può durare anche quattro ore. Pertanto, per rendere meno faticoso questo lavoro, si cerca di scavare i pozzi in zone differenti, così si accorcia il cammino che deve essere percorso dagli abitanti.
I frati cappuccini cercano anche di dare assistenza sanitaria fin dall’inizio della loro opera missionaria, infatti già nel 1969, un frate fece costruire un ospedale per far partorire, al fine di assicurare alle donne un ambiente igienico e sicuro.
Riguardo l’alimentazione, i fondi raccolti vengono utilizzati per dare a 250 famiglie il necessario per sopravvivere: oltre a sapone e vestiti, si acquistano farina e fagioli.
A proposito dell’istruzione frate Kasimir, del Benin, ci ha raccontato della sua esperienza personale: prima viveva in città così, per recarsi a scuola, ci impiegava soltanto pochi minuti; poi si è trasferito in un villaggio e per andare a scuola ci metteva circa 15 minuti, alcuni suoi compagni ci impiegavano 40 minuti e altri addirittura 2 ore!
La loro campanella scolastica è davvero originale, perché è realizzata utilizzando un cerchione di una ruota che produce lo stesso suono della nostra campanella!
Le lezioni si tengono sia al mattino che al pomeriggio.
Le scuole sono molte numerose e ospitano circa 1100 ragazzi.
Fino a diversi anni fa solo i maschi potevano andare a scuola, in seguito l’istruzione scolastica fu estesa anche alle femmine, perché si capì che esse, se istruite, potevano dare un importante contributo allo sviluppo del loro Paese. All’inizio le classi erano separate per genere, oggi si è arrivati alle classi miste.
I fondi raccolti vengono impiegati anche per dare un aiuto economico alle famiglie per l’acquisto del materiale scolastico per far studiare i loro figli: il 23% di loro sono bambini “spaccapietre”, per cui la speranza di un futuro migliore viene riposta nell’istruzione.
Riguardo le religioni, nel Benin vengono professate il Vudù, il cattolicesimo e l’islam; in Etiopia vengono professate il Protestantesimo, il Cattolicesimo e il Cristianesimo Ortodossso.
Da un punto di vista politico l’Etiopia è stata governata da una dittatura; ora la popolazione sta cercando di realizzare un governo democratico.
Questo incontro mi è piaciuto molto perché mi ha fatto conoscere degli aspetti del Benin e dell’Etiopia.
Ci vediamo al prossimo incontro che si terrà Lunedì 28 Novembre, presso il convento dei Frati Cappuccini per visitare il museo africano!
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