In occasione della Giornata internazionale della donna 2020 e in rapporto agli obiettivi dell’Agenda 2030 pubblichiamo, attraverso alcuni dati significativi,  un resoconto sulla condizione della donna occidentale ed italiana in particolare.

Secondo il rapporto Word Economic Forum su 153 paesi esaminati, solo su 40 di essi il numero delle donne deputate parlamentari o ministri è uguale a quello degli uomini. Le donne in Parlamento in Italia corrispondono al 35,7%. In questo ambito l’Italia occupa il 28° posto nel mondo.

Lo Stato del mondo in cui ci sono più donne in Parlamento è il Ruanda con il 61,3% e Cuba con il 51,2%. Invece, in Europa, al primo posto c’è la Francia con il 39,6%.

Le donne che in Europa occupano ruoli manageriali corrispondono al 33%, un dirigente su tre è donna.

La parità è quasi raggiunta nell’ambito dell’istruzione. Infatti, in Italia, le laureate sono più dei laureati e sono più brave. Poi nell’ambito sanitario e nell’assistenza sociale.

I Paesi del mondo in cui gli uomini e le donne hanno gli stessi diritti economici sono sei: Belgio, Danimarca, Francia, Lettonia, Lussemburgo e Svezia.

In Italia, la percentuale di donne che occupa un’attività lavorativa, è del 51%.

Una donna italiana guadagna, in media, 17.900 euro l’anno rispetto ai 31.600 degli uomini.

Inoltre le donne in Italia lavorano più ore perché svolgono lavori domestici e per questi impieghi non vengono pagate, esse contribuiscono alla produzione familiare per il 71%. Le donne italiane sono mediamente più istruite degli uomini: il 63% di esse ha almeno un titolo di istruzione secondario contro il 58,8% degli uomini e l’istruzione terziaria è per il 21,5% della donna contro il 15,8% di quella maschile, ma solo il 59,9% delle prime lavora contro il 64,8% dei secondi. 

Secondo il rapporto 2020 del Word Economic Forum potrà essere raggiunta la parità di genere fra 99,5 anni.

Rispetto alle nonne le donne italiane sono molto fortunata perché è evidente che la situazione della donna in questi anni si è evoluta soprattutto nell’ambito dell’istruzione, anche se è chiaro che anche in Italia c’è ancora molta strada da fare per arrivare alla parità assoluta, soprattutto nel settore lavorativo ed economico.

Scritto da:
Margherita T., cl 3E
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