Amira ha quindici anni ed è una ragazza molto gentile. E’ nata in Italia, ma i suoi genitori sono marocchini. Ha un fratello più piccolo, Aziz.

La scuola di Amira è l’Istituto Superiore Silvio D’Arzo a Montecchio Emilia.

La sua migliore amica si chiama Emma con cui va a scuola fin dalle elementari.

Amira viene discriminata per il colore della sua pelle, ma a lei non importa, mentre quando era più piccola ci rimaneva male. A volte invidia Emma, perché quest’ultima ha i capelli castani e gli occhi azzurri e lei invece ha i capelli neri e ricci e gli occhi marroni.

Amira pensa spesso al motivo di tutte le discriminazioni che riceve per il colore della sua pelle e pensa che non siano giuste anche perché anche lei è nata in Italia, come Emma e come tutti i suoi compagni di classe, quindi è italiana a tutti gli effetti come loro.

Nicola è il ragazzo più popolare della scuola e prende spesso in giro Amira, che però vuole attirare la sua attenzione, così tanto da non considerare quello che le dice.

Il padre di Amira è un tipo molto severo e cerca di dare il meglio per la sua famiglia, ma a volte esagera. Un giorno si organizza una cena tra compagni di classe e ci vanno tutti, tutti tranne Amira perché il padre non vuole. Ogni volta che ci sono queste occasioni, Amira e sua madre cercano di convincere il padre, ma la sua risposta è sempre uguale: “ No, sei troppo piccola”.

Un giorno a scuola Nicola dice a tutta la classe che la settimana successiva festeggerà il suo compleanno e che sono invitati tutti i suoi compagni. A questo punto Amira è molto contenta, ma la sera riceve una notizia sconvolgente: devono partire e andare all’estero, perché il padre ha perso il lavoro.

Partono la mattina seguente per la Francia, dove Amira trova una nuova amica, Florence, che però non sarà mai come Emma.

“Amira un mondo senza confini” di Giuseppe Caliceti è un libro scritto in prima persona da un narratore esterno, che racconta la vita di una ragazza italiana ma con genitori marocchini. E’ uno dei libri più belli che ho letto. La storia di Amira è simile a quella di molti ragazzi che frequentano le nostre scuole, che sono visti con occhi diversi perché, pur essendo italiani, hanno genitori marocchini, cinesi, nigeriani…

E’molto interessante leggere storie che trattano fatti che accadono oggi ai nostri coetanei. Inoltre il libro fa capire come l’educazione che la famiglia trasmette ai propri figli sia molto diversa in base al paese di origine e alle tradizioni in cui i genitori sono cresciuti.

 

Margherita T.

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