Grazie al progetto europeo “I care for Europe”, svolto in collaborazione con il Comune di Recanati e l’Università di Camerino, il 26 Aprile 2017 è iniziata la nostra avventura verso la Bosnia. Eravamo dieci ragazzi rappresentanti delle classi terze della scuola “Patrizi”: Marta Magnaterra, Mattia Agostini, Michele Santariga, Sara Scarponi, Marwa Boukal, Rachele Vecchioli, Sara Borsella, Keisi Hidri, Jack Squadroni, Lorella Buldorini. 

Siamo arrivati a Spalato dopo un lungo e movimentato viaggio in traghetto, ma ne è valsa la pena. 

 Siamo stati accolti da Corrado, la nostra simpatica guida, e per pranzo a colpi di Borek, tipico piatto bosniaco . Dopo esserci sistemati nelle nostre  camere, con molto entusiasmo siamo partiti verso una nuova meta: Mostar. 

 Qui ci aspettava il tradizionale tuffo dal ponte: alcuni signori, membri di un’associazione del posto, in cambio di soldi si buttavano nel fiume dando spettacolo con i loro tuffi dall’alto. Dopo questa singolare esibizione, Corrado ci ha invitati a guardare un video che mostrava l’abbattimento, durante la guerra, del famoso ponte di Mostar.

 Veniva raccontata la storia della guerra civile, abbiamo visto delle immagini davvero toccanti del ponte che veniva bombardato ed infine crollava. Esso venne successivamente ricostruito come era nel 1566.

È stata un’esperienza toccante, soprattutto quando ci siamo resi conto della storia che caratterizza queste zone. Abbiamo visto anche l’altra parte della città ovvero quella che riporta ancora i danni della recente guerra, c’erano case con buchi lasciati dai proiettili e ciò ha suscitato in noi angoscia e compassione per le vittime di questa atrocità.

In serata  siamo stati accolti calorosamente con una cena davvero appetitosa, cosa che non ci aspettavamo.

Il secondo giorno abbiamo visitato Blagaj e la casa musulmana vicino la grotta, dove per entrare le ragazze si sono dovute mettere il velo e tutti ci siamo tolti le scarpe. 

Dopo la visita dell’edificio siamo andati a bere l’acqua della sorgente. Qui a Blagaj abbiamo anche provato un dolce tipico del posto ovvero il Baklava. Abbiamo acquistato sciroppi della zona che avevano vari gusti: rosa, sambuco, melograno…. Tornati all’hotel la sera abbiamo cenato con gli altri partecipanti al progetto: italiani di Aquileia e Tarcento , sloveni, croati e serbi. Abbiamo approfittato di questa occasione per fare amicizia.

Il penultimo giorno a Stolac, stanchi ma felici, abbiamo presentato la nostra Recanati e abbiamo avuto molto successo. Abbiamo pranzato tutti insieme e abbiamo danzato dei balli tipici bosniaci divertendoci molto. Nel pomeriggio, dopo aver fatto dei mini giochi sportivi insoliti per noi, come la corsa dei sacchi (siamo arrivati primi!), abbiamo continuato la nostra visita alla città. In seguito, presso una scuola, siamo stati divisi in gruppi per svolgere un’attività: con soli gesti dovevamo rappresentare le cose che abbiamo in comunque  gli uni  con gli altri. L’ultimo giorno, il 30 aprile, abbiamo visitato Pocitelj, una  piccola città situata nel nord della Bosnia che è stata dominata a lungo dai turchi. Ci è  stata offerta la merenda a base di golose fragole e ciliegie. Verso l’ora di pranzo ci siamo riuniti per mangiare per l’ultima volta insieme. Poi abbiamo tristemente salutato i nostri amici bosniaci e verso le 14:10 ci siamo avviati verso Spalato per imbarcarci per l’Italia.

Questa esperienza, nella quale siamo stati guidati e accompagnati dalle professoresse Marina Sorgentoni, Ave Pigini, dal professor Massimiliano Pinat dell’Università di Camerino e da Giulia e Monaldo per l’associazione Riviera del Conero Colli dell’Infinito, è stata istruttiva e allo stesso tempo divertente, abbiamo conosciuto nuove realtà, comunicato in inglese e incontrato ragazzi della nostra età con cui abbiamo stretto amicizia ed in poco tempo ci siamo affezionati a loro: incontrarsi da sconosciuti e salutarsi con gli occhi lucidi…

Lorella B., Rachele V., Marwa B., Sara S.

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