“Non solo handicap” è un’autobiografia scritta da Giorgio Terrucidoro, nato a Recanati nel 1974 e oggi impiegato presso l’Ufficio cultura e turismo di Recanati. “Non solo handicap” è un’operazione culturale che attraversa e va oltre il racconto autobiografico, facendoci capire che un disabile è uguale ai  normodotati. Nelle pagine introduttive l’autore ringrazia tutti coloro che leggeranno il suo libro, composto di otto capitoli strutturati nel modo seguente.

 Nel capitolo primo Terruccidoro racconta della sua infanzia e della sua famiglia, nel secondo del suo inserimento scolastico: fu il  primo alunno disabile a frequentare la scuola elementare Beniamino Gigli e a scuola era aiutato da sua madre e da una sua amica perché allora non esistevano insegnati di sostegno e la maestra, che lui chiamava “la signora di Genova”, fu poi affiancata dall’insegnate Anna Maggini, che l’autore ricorda come una figura importante che per dieci anni lo ha accompagnato nel suo percorso scolastico. l libro permette di ripercorrere luoghi di Recanati e ricordare persone care prematuramente scomparse come appunto l’insegnate Anna Maggini. Alla scuola superiore, l’Istituto Bonifazi di Recanati, Giorgio usava la macchina da scrivere e studiava stenografia, un modo di prendere appunti in modo rapido. In questo capitolo parla anche dell’esame di maturità, quando il preside gli commissionò una relazione sul suo positivo inserimento scolastico.

Il terzo capitolo tratta della dimensione affettiva, quella dei sentimenti che accomuna tutte le persone indipendentemente dalle disabilità. 

Nel quarto capitolo l’autore svela il suo incontro con Dio e il suo desiderio di diventare sacerdote. Ci vuol far capire che ognuno di noi ha un sogno che a volte è difficile da realizzare; infatti quando lui chiese di poter diventare sacerdote gli risposero che essendo disabile poteva soltanto accogliere i fedeli all’ingresso della chiesa.

Il quinto capitolo racconta dell’inserimento lavorativo e fa riflettere su quanto questo sia difficile, specialmente per un disabile. Terrucidoro vinse una borsa di studio alla Biblioteca comunale di Recanati: qui aveva la possibilità di interagire con altre persone. Poi il Comune gli offrì il suo attuale lavoro;

Nel sesto capitolo l’autore parla dell’etica, della morale e della legalità, avendo iniziato un corso universitario di Giurisprudenza, e apre una parentesi su Falcone e Borsellino e sulla strage di Capaci. Qui sottolinea che, oltre ai diritti, un uomo ha anche dei doveri.

Il settimo capitolo tratta di musica e sport citando il Pala Rossini di Ancona e lo stadio N. Tubaldi. L’ottavo capitolo si interroga su cos’è la disabilità. La disabilità va conosciuta anche dal punto di vista medico e dobbiamo integrarla e superarla, cercando di affrontare le paure di metterci in relazione con la normalità della vita del disabile. “Questa è una sfida culturale che dobbiamo lanciare e vincere. La strada da percorrere è lunga”: questo è il messaggio con cui l’autore vuole concludere il suo primo libro.

Il libro è facile e semplice da leggere ed è stato presentato da Luciana Bravi agli attentissimi alunni della scuola Patrizi durante la mattinata del 23 febbraio.

 

                                                           Angelica B., Monica R. A., Alessia T.

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