La poesia stilnovista può ancora ispirare i cuori e le giovani menti delle nostre studentesse e dei nostri studenti? Abbiamo provato a metterci le mani dentro, un po’ scherzando e un po’ no.

“Quando la vedo mi metto a sognare,

 come quando la sento parlare,

quando va in giro per le strade tutto l’odio cade.

Può essere paragonata a tutto ciò che è bello,

l’aria, l’acqua e si può continuare per un’ora,

ma non ho tempo di scrivere  ancora.

Nessuno può essere arrabbiato o triste quando la vede,

quando lei saluta qualcuno quello di solito sviene

e quando si alza dice quanto le voglio bene.”

 (Leonardo F.)

“Bella e colta passa per il viale

felice e con l’anima senza male

è la donna da amare,

la vedi passeggiare

qualche volta in compagnia

o da sola ma in allegria,

insieme ad altre la guardi lavorare

anche se ogni tanto la vedi sognare

e ti immagini cosa sta pensando:

un uomo, un fiore, al lavoro che sta svolgendo?

Solo i più sensibili lo possono indovinare

ma sempre onesta e gentile pare.”

( Martina P.)

“Io voglio conoscere la donna 

che passa per via adorna

che per la sua bellezza fa ritornare in vita i fiori appassiti

e ti fa tremare le gambe per il suo splendore. 

Lei ha capelli marroni e lisci come spaghetti

un nasino piccolo, una pelle morbida e bianca come le nuvole 

degli occhi color cielo,

e una bocca grande e carnosa.

Appena la vedi ti vien da chinarti ai suoi piedi,

per la sua bellezza non puoi più toglierle gli occhi di dosso 

e subito ti vien da pensare al matrimonio,

ma quando decidi di rivolgerle la parola, lei

ti fa scordar quel che dovevi dire, perché

la sua voce è sì dolce, soave e armoniosa.”

(Vittoria G.)

“Voglio mostrarvi la mia donna

coi capelli color biondo 

che si manterranno anche da nonna

e la sua storia farà impazzire tutto il mondo.

Agli occhi di chi la guarda non c’è malizia

il sole la bacia come non mai 

ci ha l’occhi color liquirizia,

tanto gentile che ogni volta che te vede ti chiede come stai.

Ogni giorno s’adagia sulla panchina, lieve come una foglia

la mia donna dà da mangiare ai piccioni,

me incanta assai quando passo per quella splendente via.

La veste color ciano che svolazza da tutte parti,

e le farfalle che le si posano sulla mano

lucida la pelle e la mente, ed è la mia donna.”

(Irene T.)

“Per capirla mi basta guardarla

è bella come il tramonto e l’alba

che ogni volta che li guardo mi sembra di incontrarla,

mentre quando scompare, nella mia mente non faccio che ricordarla

Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia

quand’ella mi saluta e mi comincia a raccontare 

la sua splendida giornata passata a lavare

e a stirare i vestiti per chi non è ricco come la famiglia mia

Nessun uomo può farle male

perché appena qualcuno le si avvicina vede una dea

ed essa subito gli fa cambiar idea.

Quando lei cammina per la piazza con i suoi occhi bellissimi 

la gente non fa che guardarla e pensare 

che occhi dolcissimi!”

(Riccardo D.)

“Chi è costei che vien ch’ognom mira, 

una creatura magica, mistica pare,

un essere povero d’ira,

che fa tremare di splendor l’âre.

O Deo grazie per questa bellezza,

pien d’amor e di felicità,

la sua voce leggera come una carezza,

e il suo animo pieno d’umiltà.

Tanto gentile e tanto dolce appare

quando venia splendente incontro a me,

che il cor mio la mira tutt’intorno.

Il di’ a festa ella si orna

passar per via adorna a salutare,

aurea come una stella scintillar.”

( Francesco P.)

Scritto da:
Leonardo, Vera., classe 2A
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